La genziana è una pianta erbacea perenne, con radici molto sviluppate e appartenente alla famiglia delle Gantianaceae. Viene chiamata lutea per via del colore dei suoi fiori, diversamente dalla genziana blu tipica dell’iconografia alpina.
La Genziana è alta fino a quasi un metro e mezzo, ha un grande rizoma ramificato e un fusto cavo semplice ed eretto. Fiorisce per la prima volta dopo 10 anni e vive in prati poco umidi e su terreni calcarei. Si trova fino a 2200 metri nelle zone montuose dell’Europa del Sud ma non è una pianta diffusa anzi, è una specie protetta e la raccolta è vietata.
Come pianta medicinale veniva coltivata fin dal medioevo. La parte utilizzata in fitoterapia è proprio l’abbondante radice. Il sapore è piuttosto amaro ma questa caratteristica la rende idonea per la preparazione di liquori e in combinazione con altre erbe di numerosi amari.
La Genziana ha una lunga tradizione per quanto riguarda l’utilizzo medicinale in Europa e in Asia. Gli studi scientifici in proposito hanno mostrato che i principali componenti bioattivi isolati da questo genere includono flavonoidi, xantoni e iridoidi tra cui il gentiopicroside, principale componente di questa pianta. Questi composti mostrano un’ampia gamma di attività protettive tra cui protezione epatica, gastrointestinale, cardiovascolare, immunomodulazione, protezione delle articolazioni, polmonare, ossea e riproduttiva.
Una leggenda di origini ungheresi narra che durante una grande pestilenza, non si trovava una soluzione nonostante tutti gli sforzi. Un giorno al Re Ladislao il Santo apparve in sogno un angelo, il quale gli disse che all’alba appena sveglio, avrebbe dovuto tirare una freccia nel cielo; questa gli avrebbe indicato il rimedio per guarire il suo popolo. Il mattino seguente il re lanciò la freccia che cadde su una genziana; la radice fu subito somministrata agli appestati, che in questo modo guarirono. Esistono anche altre leggende che raccontano di cavalieri colpiti da incantesimi d’amore per la bellezza della pianta, per la magnificenza dei suoi colori e per il suo fascino.
Come accennato, la Genziana contiene amarogentana, una sostanza amara, e altri principi attivi tra i quali la gentianina (alcaloide), la gentisina (sostanza colorante) e la gentiopicrina (glucoside).
Questi costituenti hanno un ruolo fondamentale sulla digestione e la produzione di muco gastrico poiché incrementano la quantità di succo gastrico prodotto e influenzano la secrezione di cloro e peptine da parte dello stomaco nonché la motilità del apparato digerente.
Nella Genziana troviamo anche mucillagini, oli essenziali ed enzimi. Le proprietà riconosciute alla Genziana sono: digestiva, stimolante delle funzioni gastriche, tonica, antifermentativa, utile contro problemi di stomaco, parassati intestinali e febbre. La genziana è anche utile contro l’affaticamento e l’anemia, perciò si utilizza per riprendersi da lunghe convalescenze e come difesa contro le infezioni.
Della Genziana si utilizza la radice essiccata in infusione o l’estratto secco, la tintura madre o l’estratto idroalcolico. La radice fresca invece è tossica e andrebbe evitata. Se assunta prima dei pasti è un ottimo stimolante la produzione dei succi gastrici e quindi favorisce la digestione. Torna utile anche dopo aver mangiato abbondantemente. Si adopera anche come valido rimedio per la febbre o in caso di ferite per accelerare la cicatrizzazione delle stesse. E’ utile contro anoressia e affaticamento e in cosmesi si utilizza spesso per la pulizia delle pelli grasse.
La pianta non ha particolari controindicazioni ma in alcuni casi può manifestarsi iperacidità gastrica o crampi addominali. Le donne in gravidanza dovrebbero comunque evitarne l’assunzione. Se se ne assonò dosi elevate potrebbe causare vomito. Nei soggetti affetti da ulcera gastroduodenale, gastrite acuta, iperacidità gastrica, ernia iatale ed esofagite se ne sconsiglia l’assunzione. Come già detto non bisogna consumare la radice fresca di genziana poiché è abbastanza tossica.
Consultare sempre il proprio medico prima di assumere il prodotto per fini terapeutici.
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