Tutto il tè bianco (e il Pai Mu Tan non fa eccezione) è un tipo di tè cinese non ossidato.
Storicamente proviene dalla provincia del Fujian e prevede, dopo la raccolta dei primi germogli non ancora schiusi, il semplice appassimento ed essiccazione.
Il tè bianco viene chiamato anche White Peony, Aghi d’argento, Punte d’argento, per via della lanugine che le punte argentate hanno quando sono ancora chiuse. Si tratta del tè più puro in assoluto, quello che subisce meno trasformazioni e dunque quello che possiede la maggiore quantità di nutrienti preziosi come polifenoli e flavonoidi.
La leggenda dice che un Imperatore cinese aveva ordinato che il tè bianco venisse raccolto solo dalle mani di giovani vergini, che indossavano guanti di seta e che usavano forbici d’oro.
Si dice addirittura che tale modalità sia ancora praticata in certi remoti giardini della Cina. Comunque, leggenda a parte, il tè bianco è un tè eccezionale: contiene pochissima caffeina (circa 15mg per tazza), ha molti antiossidanti, vitamina C ed E e aiuta a proteggere il cuore da ictus, oltre a regolare la pressione sanguigna.
Però il tè bianco va preparato a dovere e soprattutto va preparato anche chi lo dovrà bere. Si perché non è un tè per tutti. Chi è abituato a bere il tè nero è bene che passi al tè bianco gradualmente, attraversando dapprima il tè oolong, poi quello verde e infine quello bianco.
La temperatura dell’acqua non deve mai superare gli 80°. Occhio anche alle dosi, perché eccedendo, il rischio che il sapore sia sgradevole è molto frequente.
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