La Schisandra, o come viene anche chiamata frutto dei cinque sapori, è una pianta originaria delle foreste della Cina settentrionale e dell’estremo oriente, ma alcune varietà si trovano anche in Giappone. Il frutto consiste in bacche rosse unite in densi gruppi lunghi circa 10 cm.
Il nome Schisandra fu pubblicato per la prima volta da André Michaux nel 1803, e deriva dalle parole greche “dividere” e “uomo”, riferendosi alle cellule antere separate sugli stami.
Oggi sappiamo che appartiene alla famiglia delle Schisandraceae, ma in passato si riteneva appartenesse alle Magnoliaceae, da cui il nome magnolia cinese. Tuttavia, molte differenze nella fenologia vegetale tra Schisandra e i membri delle Magnoliaceae hanno portato alla formazione delle Schisandraceae.
Viene chiamata anche frutto dei 5 sapori poiché le bacche possiedono effettivamente 5 sapori di base: sono salate, agrodolci, pungenti, piccanti e amare.
La Schisandra è una pianta perenne e decidua che si trova alle alte latitudini e in condizioni climatiche fresche. Cresce comunemente nelle foreste naturali di conifere o miste o lungo i torrenti e si arrampica su altri alberi o arbusti per raggiungere condizioni di luce ottimali. In Russia la Schisandra è anche chiamata Limonnik o uva rossa di Maximowich. Il nome Limonnik deriva dall’odore di limone di diversi organi vegetali, in particolare le foglie.
Gli steli legnosi prostrati di solito crescono circa 10 metri ma possono raggiungere una lunghezza fino a 25 m. Sono di colore marrone scuro e possono raggiungere 2 cm di spessore.
I nuovi germogli sono in genere piccoli, ma continuano la loro crescita dopo la fioritura fino alla fine della stagione. Le foglie sono semplici, di forma ovale (5-10 cm di lunghezza e 3-7 cm di larghezza) e alternate e i piccioli hanno una leggera colorazione rossa. I tricomi multicellulari si trovano sulla lamina fogliare abassiale. Gli stomi mostrano una distribuzione irregolare e casuale.
Le radici di Schisandra chinensis sono ramificate e rimangono vicine alla superficie del suolo. Anche i nodi situati sugli steli possono produrre radici.
I fiori di Schisandra sono unisessuali e la specie stessa è dioica. La pianta non è quindi autofertile: i fiori su una pianta femmina produrranno frutti solo se fertilizzati con polline di una pianta maschile. Tuttavia, una selezione ibrida chiamata “Principe “Orientale ha fiori perfetti ed è autofertile. Le piantine di questa “varietà sono talvolta vendute con lo stesso nome, ma sono tipicamente piante monosessuali.
I fiori femminili sono bianchi o color crema e diventano leggermente rossastri alla fine della stagione di fioritura. Crescono tipicamente dalle ascelle fogliari in grappoli, formando in seguito grappoli con bacche, ma possono anche essere trovati solitari. Il fiore maschile ha 5 stami con filamenti di diverse lunghezze e sono importanti per vari impollinatori come api, coleotteri e piccole falene.
I frutti di Schisandra sono bacche rosse lisce e lucide, hanno una forma sferica e raggiungono i 10 mm di diametro. Crescono in densi grappoli sospesi di 2-5 bacche che raggiungono una lunghezza di circa 6-8 cm. Ogni bacca di solito contiene 1-2 semi giallo brunastro. I semi hanno la capacità di rimanere dormienti e di formare banche del seme. La distribuzione dei semi avviene principalmente attraverso gli uccelli.
Le piante selvatiche di Schisandra chinensis crescono principalmente in foreste miste, valli e spazi forestali aperti. La pianta può crescere in ambienti umidi e tollera temperature fredde fino a -30 °C. anche se la sua temperatura di crescita ottimale è di 20-25 °C. Preferisce terreni argillosi sabbiosi acidi (pH di 6,5-6,8) e profondi. Inoltre la Schisandra non può resistere a terreni densi e compatti e preferisce invece terreni ricchi di humus, all’ombra all’ombra e con terreno umido e ben drenato.
La principale coltivazione di Schisandra si trova in Corea e Cina. La produzione tuttavia è diminuita continuamente a causa dell’aumento della deforestazione in Asia. La Schisandra può essere integrata nei sistemi di agricoltura agroforestale mentre si arrampica sugli alberi per ottenere migliori condizioni di luce. In produzioni su larga scala le piante di Schisandra sono coltivate in modo simile alle viti e sono legate su pali in colonne verticali. Pertanto, si ritiene che i requisiti di coltivazione siano simili a quelli dell’uva.
Le piante possono essere propagate per seme o per stratificazione in primavera o autunno, o nel periodo estivo usando talee semi-mature. I semi di Schisandra vengono piantati all’inizio di maggio (le stagioni menzionate qui si riferiscono alla Cina), germogliano dopo 15-20 giorni e le piante crescono fino alla fine di settembre. Tre anni dopo la semina, le piante fioriranno per la prima volta.
Normalmente, le piante iniziano a fiorire da metà o fine maggio ai primi di giugno. Poiché i fiori sono soggetti a danni da gelo, sono meglio coltivati in aree in cui le possibilità di gelo a maggio e giugno sono basse. Da giugno a luglio i frutti si sviluppano e maturano da agosto a settembre. In primavera, estate o autunno la potatura delle viti di Schisandra è necessaria per migliorare la ventilazione e le condizioni di luce, garantire uno stato nutrizionale endogeno e aumentare il numero di fiori femminili e quindi la resa complessiva dei frutti.
Il primo raccolto di frutta della pianta di Schisandra di solito avviene 4-5 anni dopo la semina. In Cina, i frutti maturi vengono raccolti a settembre. Le bacche in Europa potrebbero maturare prima, forse in agosto.
Quando vengono schiacciate, le foglie rilasciano un odore di limone e possono essere usate come verdura.
La Schisandra è una pianta adattogena e tra le numerose proprietà si annoverano le seguenti: Antistress, stimolante, vasodilatatrice, ricostituente, antiossidante, antibatterica, espettorante, antitussiva.
Aumenta la resistenza allo stress; stimola il sistema nervoso centrale; stimola il cuore: è un vasodilatatore, normalizzante la pressione sanguigna specie nelle insufficienze respiratorie; aumenta le difese immunitarie; tende a regolarizzare il ph gastrico (uno dei principali bersagli dello stress) aumentandolo quando è basso e viceversa; stimola il sistema nervoso centrale con il miglioramento dei riflessi, della resistenza e della capacità lavorativa in individui sani; è utile per ridurre le tossine prodotte dall’intensa attività fisica; risolve gli eccessi di sudorazione e quindi la perdita di sali minerali; è efficace contro i batteri connessi con disturbi polmonari; normalizza la pressione, senza alterare quella normale o alta; offre una buona resistenza agli agenti e alle infezioni virali; data la presenza della vitamina A ed E migliora l’aspetto della pelle.
I lignani in essa presenti, prevengono il danneggiamento del fegato, ne stimolano il recupero e regolano il rilascio degli acidi gastrici.
Questi effetti sono innanzitutto da attribuire a lignani quali: schisandrina, schisandrolo, schisanterina e gomisina, ovvero i principi attivi contenuti nella schisandra e appartenenti alla classe dei fitoestrogeni.
La Schisandra è molto ricca di lignani che aiutano a rigenerare il tessuto epatico danneggiato da influenze dannose, come l’epatite virale e l’alcol. Una componente attiva principale è l’olio essenziale presente nei frutti, volatile, composto di citrale sesquicarere, acido citrico, acido malico, acido tartarico in modiche quantità, monosaccaridi, resina, pectina, ricca di vitamina A, C, E, fosfolipidi, steroli e tannini.
Le parti utilizzate sono il frutto, completamente maturo essiccato al sole, il cui gusto è una miscela di sapori acido, dolce, salato, caldo e amaro; e i semi, anch’essi dal sapore agro, dolce, salato.
I preparati erboristici a base di Schisandra, ottenuti con estratti e la polvere fresca, si impiegano come adattogeni per i loro effetti antiossidanti e per aumentare l’energia. Il frutto, aiuta a proteggere il fegato dalle tossine.
Si utilizza per trattare la tosse, l’asma, l’insonnia, lo stress, la diarrea cronica, i sudori notturni e spontanei, la eiaculazione involontaria, la sete, l’impotenza, l’esaurimento fisico e l’eccessiva diuresi.
Si può preparare come infuso, ma è consigliabile assumerla tramite decotto: versate in un recipiente di acqua fredda la quantità indicata di bacche e portate a ebollizione per 10 minuti. Spegnete e lasciate in infusione per altri 10 minuti (mescolando di tanto in tanto); a questo punto filtrate, dolcificate a piacere e assumetene 1-2 taszze al giorno.
Consultare sempre il proprio medico prima di assumere il prodotto per fini terapeutici.
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