Descrizione
Il nome deriverebbe dal greco àgros (campo) e monè (dimora) ossia pianta che vive nei campi; secondo altre interpretazioni invece sarebbe una corruzione del termine argemone, una specie di papavero usato per curare l’ulcera dell’occhio. Eupatoria invece deriva da Mitridate Eupatore, che è stato un Re del Ponto tra il I e il II secolo avanti Cristo e che ha testato le sue qualità terapeutiche per primo. Ma occorre ricordare anche che in greco la parola fegato si dice proprio èpar – èpatos, e che i fiori sono gialli come la bile prodotta dall’organo umano. In effetti è segnalata da più fonti come uno dei migliori rimedi depurativi per il fegato.
Ildegarda di Bingen, nel X secolo, la riteneva uno dei migliori rimedi per le malattie mentali e Culpeper nel 1652 riteneva proprio l’Agrimonia la pianta che fortificava il fegato.
L’Agrimonia è una pianta perenne con un piccolo rizoma da cui si erge un fusto eretto privi di foglie e alto circa 1 metro. Le foglie hanno il margine seghettato e alla base hanno due piccole foglie di differente forma che avvolgono il fusto. I fiori sono numerosi, piccoli e gialli, aventi ciascuno un calice di 5 pezzi attaccati a un tubo che ha una corolla all’apice con 5 petali. Il frutto si trova all’interno del calice racchiuso tra due alcheni. Grazie alla presenza di uncini, si attacca al pelo degli animali che, passando vicini, ne favorisce la diffusione.
La pianta è diffusa in gran parte del vecchio continente, nel sud-est asiatico e nell’America del nord e un po’ anche in Messico. In Italia si trova sia in zone montane che ai margini di boschi, pascoli, campi e in particolare in zone aperte con clima secco e soleggiato.
I fiori sono molto ricchi di triterpeni tra cui l’acido ursolico, tannini, fitosteroli, flavonoidi come apigenina, luteolina, quercitina, olii essenziali, acidi come per esempio l’acido citrico, magico, nicotinico, ascorbico. E’ molto ricca anche di vitamine (C, K e B1), l’eupatorina che è un glucoside amaro e che conferisce alla pianta la sua capacità di stimolante la funzione epatica.
Dalle sue origini l’Agrimonia è nota per le sue proprietà depurative, che stimolano la secrezione biliare nonché una funziona colagoga ossia che facilità la produzione e l’espulsione della bile, permettendo un corretto funzionamento di quest’organo così importante.
L’Agrimonia è in grado di ridurre la glicemia nei soggetti affetti da diabete alimentare lieve ma i suoi effetti non sono paragonabili a quelli dell’insulina pertanto non è in grado di ridurre la glicemia nei casi gravi di diabete.
Grazie alla presenza dei triterpeni e dei tannini viene usata anche a uso esterno, come antinfiammatorio e cicatrizzante, per le lesioni cutanee, piaghe, ferite, abrasioni, screpolature.
Viene usata anche come antisettico e analgesico in numerose dermopatie, nelle quali si può ottenere anche un’azione antipruriginosa e antistaminica, dovuta proprio alla presenza dell’acido ursolico, che si comporta molto similmente al cortisone.
L’Agrimonia possiede anche una proprietà decongestionante e astringente anche sui tessuti delle mucose, in caso per esempio di infiammazione agli occhi, congiuntivite, mal di gola, tonsillite, faringite e rinofaringite.
Agisce anche sulle affezioni delle vie respiratorie come bronchite e asma perché è un broncodilatatore.
Come infuso invece i suoi principi attivi aiutano l’organismo a normalizzare le enteriti catarrali, coliti, diarree e infezioni gastrointestinali.
L’agrimonia è una pianta che se usata per brevi periodi non ha effetti collaterali, tuttavia la sua assunzione resta sempre sconsigliata, durante il periodo di gravidanza e allattamento.
Consultare sempre il proprio medico prima di assumere il prodotto per fini terapeutici.
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