In farmacia potete trovare tanti farmaci che aiutano il corpo umano a guarire da numerose patologie ma oggi sempre di più, molta gente preferisce un approccio alla medicina più naturale e meno invasivo. Ed è in questo senso che alcuni infusi possono aiutare grazie alle loro proprietà adattogene.
Il termine adattogeno compare per la prima volta nel 1943 grazie al farmacologo russo Nicolai Lazarev che cercò di definire il tipo di azione di alcune piante particolari. Esse avevano e hanno la proprietà di indurre il corpo umano a una maggiore resistenza verso problemi non specifici, contrastando i segnali di stress adattandosi rapidamente a uno sforzo eccezionale.
Così, negli anni a seguire vennero identificate le caratteristiche delle piante adattogene, tra cui: aumentare la resistenza del corpo contro aggressori di diversa natura (fisici, chimici o biologici) in modo non specifico; presentare un’influenza normalizzante, indipendentemente dai cambiamenti fisiologici; non avere alcuna tossicità; influenzare le normali funzioni del corpo.
In buona sostanza si tratta di azioni polivalenti di queste particolari piante che possono aiutare in numerosi contesti, non necessariamente collegati. Tali proprietà adattogene sono presenti in numerose piante, ma alcune spiccano particolarmente per la presenza di tali principi e vengono usate in alcuni infusi per aiutare il nostro organismo a stare meglio. Vediamo quali sono queste piante:
Ginseng
Il genere latino della pianta del ginseng è Panax e comprende 11 specie a crescita lenta dalle radici carnose e appartenenti alla famiglia delle Araliaceae, chiamate comunemente ginseng.
Il termine panax deriva dal greco e significa proprio cura, rimedio, da cui deriva anche il termine panacea, ossia rimedio a tutti i mali. La parola ginseng invece deriva dal cinese e significa “pianta dell’uomo”.
E’ diffusa nell’emisfero settentrionale nelle zone dell’Asia orientale, principalmente in Cina, Siberia e Corea del Nord ma anche in Nord America, in particolare nei climi più freddi.
Il ginseng, oltre a essere una pianta adattogena, possiede numerose proprietà specifiche: migliora le prestazioni sessuali agendo sul sistema nervoso centrale e sui tessuti gonadici; nell’uomo facilita l’erezione del pene.
In alcuni studi sui topi ha dimostrato di stimolare l’ipofisi aumentando nel contempo la secrezione delle gonadotropine. Ha accelerato lo sviluppo degli organi riproduttivi, stimolando la produzione di sperma e allungando il periodo di estro nelle femmine.
Grazie alle sue proprietà adattogene, il ginseng favorisce un atteggiamento comportamentale maggiormente orientato alla reattività e attività, con conseguente sensazione di soggettivo benessere. Tale condizione di attività e di benessere produrrebbe secondariamente un’incentivazione delle attività organiche che coinvolgono il sistema circolatorio, muscolare e quindi anche poi immunitario e di riflesso, lo stesso sistema nervoso centrale.
Magari assunto da solo il ginseng può avere un gusto un po’ troppo forte e speziato, ma lo si può assumere mescolato ad altre piante e infusi aromatici. Naturalmente stiamo attenti a non esagerare con l’assunzione di ginseng che può portare a problemi come insonnia, manie in pazienti depressi, nausee, mal di testa, ipertensione.
Liquirizia
E’ una pianta perenne, alta fino a un metro che appartiene alla famiglia delle fabaceae la cui radice è utilizzata come rimedio per numerose patologie.
La pianta, che comprende 18 specie diffuse ovunque in Eurasia, Australia e America, è una pianta resistente al gelo e sviluppa un grosso rizoma da cui si estendono stoloni e radici lunghe fino a due metri.
Della liquirizia si usano soprattutto questi ultimi di piante di circa 3-4 anni che si raccolgono durante la stagione autunnale e si mettono a essiccare. La liquirizia si usa nella medicina tradizionale cinese e in erboristeria ma anche per la preparazione di dolci, caramelle, tisane, ecc. Ma si adopera anche come additivo per le sigarette, insieme al cacao.
La tradizione popolare attribuisce alla radice di liquirizia diverse proprietà farmacologiche: digestiva, antinfiammatoria, depurativa, diuretica e protettiva della mucosa. Le foglie dalle proprietà cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie vanno usate fresche. Antiulcera, emolliente, rinfrescante, espettorante, corticostimolante ed antiflogistica.
In commercio i fusti possono essere trovati in bastoncini da masticare, tagliuzzati per decotti e tisane, in confetti preparati con estratto di liquirizia pura, ridotta in polvere e in succo (estratto nero) come dolcificante e correttivo del sapore. L’estratto di liquirizia è diffuso soprattutto in Calabria.
I benefici della liquirizia non si esauriscono qui. Con i suoi 300 composti antimicrobici e antivirali ha capacità di ridurre l’infiammazione della pelle ed è ottimo per le persone che soffrono di eczema. Accelera anche la guarigione da afta e varie ulcere. Combatte il cancro del colon-retto, allevia il dolore della dispepsia funzionale e i sintomi mestruali (come crampi e vampate di calore).
Come gusto è molto piacevole ma non per questo, come per tutte le cose d’altronde, non bisogna abusarne. Le controindicazioni infatti sono sempre in agguato.
Tulsi
Il nome latino dell’erba tulsi è Ocimum Tenuiflorum, conosciuto anche come basilico sacro ed è una pianta annuale della famiglia delle lamiaceae il cui profumo è molto simile a quello del basilico.
Essa viene coltivata in India come pianta sacra ed è molto diffusa nella cucina mediterranea e in tutto il sud-est asiatico. Le sue origini però sono africane, in particolare dall’area sud-topicale e poi diffusa in Cina, India, sud-est asiatico e a seguire in Europa meridionale, Australia e Sud America.
E’ una pianta annuale con fusto altro fino a 1 metro, le foglie sono semplici il cui picciolo può arrivare fino a 2,5 cm di lunghezza. Il fiore è picciolato come il calice ed è disposto in verticilli su una infiorescenza. La corolla va dal bianco al rosa scuro con due labbri. Si moltiplica per seme.
Le proprietà dell’erba tulsi sono numerosissime. Oltre a essere una pianta adattogena infatti, ha proprietà antistress, antinfiammatorie, cardiotoniche, antiossidanti, espettoranti, digestive, antibatteriche e supporto al sistema immunitario.
E’ bene non esagerare nelle quantità e occorre prestare attenzione durante la gravidanza e l’allattamento. E’ bene non somministrarlo a neonati e bambini e alcuni studi hanno evidenziato possibili effetti negativi sulla fertilità. Anche i diabetici dovrebbero assumerlo con moderazione e possibilmente lontano dalle somministrazioni di insulina o altri farmaci antidiabetici.
Viene molto usato come spezia nella cucina del sud-est asiatico ma in Europa è più conosciuto come rimedio per alcune patologie, in particolare dell’apparato respiratorio. E’ molto ricco di vitamina A e C, calcio, zinco, ferro e clorofilla.
Il suo infuso può ridurre gli effetti dell’asma, bronchite, influenza e altri problemi respiratori. Molto usato per alleviare l’ansia e l’umore. Riduce l’infiammazione e aiuta chi soffre di artrite. In India viene usato spesso come antisettico per le punture e il prurito e lo utilizzano persino per uccidere i batteri nella loro bocca e come rinfrescante per l’alito.
Inoltre riduce la pressione sanguigna e contribuisce a ridurre i sintomi della depressione, oltre a migliorare la qualità del sonno.
Eccovi qui in basso alcuni prodotti contenenti queste erbe adattogene: