I tè neri indiani, una storia affascinante

L’India è il maggiore produttore di tè del mondo. Furono gli inglesi a impiantare le prime coltivazioni intorno al 1830, soprattutto nella regione dell’Assam.

I tè neri indiani sono tuttavia molto diversi tra di loro. Ciò perché le zone di coltivazione sono molto distanti l’una dall’altra e il clime è di conseguenza molto differente. Alcune zone si trovano a elevate altitudini, altre invece quasi sul livello del mare. Ma la variabilità è dovuta anche all’origine delle piante. In alcune zone dell’Assam per esempio si utilizzano degli ibridi unendo piante locali con varietà che vengono da altre regioni (e anche da altri paesi, come nel caso dell’Assam che mescola alcune varietà cinesi). 

L’india oggi produce annualmente più di un milione di tonnellate di tè con un trend in continua crescita, un terzo delle quali destinate all’esportazione. 

Ma come si classificano i tè indiani?

Il criterio di classificazione qualitativa dei tè neri indiani è geografico. Si distinguono cioè i tè del nord, del sud e di Ceylon.

I tè del nord. 

Sono tutti tè di eccelsa qualità, pur provenendo da zone abbastanza eterogenee. Principalmente essi provengono da quattro regioni: Assam, Darjeeling, Doars, Terai.

La qualità più nota è proprio quella dell’Assam, area che si trova al confine con la Cina, il Bangladesh e la Birmania. Questa è una delle zone più umide del mondo: la temperatura di 35° si mantiene pressoché inalterata per circa sei mesi, da aprile a settembre. Le grandi piogge contribuiscono a determinare l’umidità di questa zona che crea così le condizioni climatiche perfette per la crescita rigogliosa delle piante del tè. La regione dell’Assam fornisce circa 1/3 dell’intera produzione di tè nero indiano, pari al 15% della produzione mondiale di tutti i tè. Da questa zona provengono i migliori tè neri indiani dal sapore deciso, un liquore molto forte e dall’aroma particolarmente speziato.

L’Assam rientra tra le varietà base di tutte le miscele inglesi e che si prestano particolarmente per aggiunta di latte, come nelle abitudini del Regno Unito.

Un’altra varietà, per certi versi migliore dell’Assam è costituita dal Darjeeling. Questo viene chiamato anche lo champagne del tè e rappresenta senza dubbio una delle più pregiate qualità di tè nero a livello mondiale. Questa zona si trova a nord dell’India, ai piedi dell’Himalaya, al confine con il Nepal e il Bhutan. Il continuo alternarsi di venti e piogge, unito all’altitudine in cui si trovano questi giardini, determina un clima perfetto per la crescita del Darjeeling che prende così uno spiccato tono moscato dal sapore deciso e dal retrogusto muschiato.

La regione del Doars produce una varietà di tè molto simile all’Assam, ma è caratterizzata da un sapore meno pieno e da un profumo meno penetrante. Queste varietà spesso sono destinate alla produzione CTC, anche per via delle minori altitudini in cui crescono le sue piante.

Infine la regione del Ternai che possiede piantagioni di tè di qualità media, ottenute da piantagioni che crescono molto basse e che forniscono foglie utilizzate per produrre ulteriori miscele.

I tè del sud dell’India invece vengono fondamentalmente da tre zone ben definite: Nigiri, Travancore e Madras. Tra queste tre è proprio l’area del Nigiri che possiede le migliori varietà di tè. L’area si trova a sud dell’India e le sue varietà sono considerate una via di mezzo tra l’Assam e il Darjeeling. 

Travancore è una varietà di tè che prende il nome dall’omonima area del sud dell’India che possiede qualità medie di tè che hanno un forte sapore ma che sono già orientati alle varietà di Ceylon.

infine la zona di Madras che vanta una varietà di tè utilizzato principalmente nelle miscele e spesso destinate all’esportazione.

Un capitolo a parte merita l’isola di Sri Lanka che per il tè viene ancora chiamata di Ceylon. La produzione di tè dell’isola è la principale attività economica dell’intera isola che rappresenta il terzo paese produttore al mondo.

Ricordiamo che Ceylon in un tempo precedente era il principale esportatore di caffè, fino al momento in cui un parassita distrusse tutte le piante di caffè, facendo modificare le colture in quella del tè e determinando la fortuna di alcuni noti personaggi (James Taylor e Thomas Lipton per fare qualche esempio).

Il tè di Ceylon si presta molto all’aggiunta del latte, ma molto meno all’aggiunta di limone.

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